Immagine di coppia anziana che si stringe la mano. Immagine di copertina per l'articolo "invecchiamento o malattia?"

Invecchiamento o malattia?

Settembre è il Mese Mondiale dell’Alzheimer.

Parliamone senza ansie o pregiudizi e impariamo a conoscere insieme cos’è la demenza attraverso gli articoli della neuropsicologa Rosanna Palmeri.

Cos’è l’invecchiamento

Per comprendere se le nuove difficoltà che una persona anziana incontra nella propria quotidianità sono frutto di invecchiamento o malattia, dobbiamo prima comprendere cosa significa invecchiare.

L’invecchiamento è un processo naturale, comune a tutti gli esseri viventi, che biologicamente ha inizio una volta raggiunta la maturità; nell’essere umano questo significa che ha inizio già a partire dai 25-30 anni, conseguentemente a una lenta ma progressiva degenerazione di organi, tessuti e cellule, che espone l’organismo al rischio di sviluppare malattie. La progressione della scienza e il miglioramento delle condizioni di vita hanno favorito un prolungamento di questa fase, al punto che la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria ha proposto, nel 2018, di aggiornare il concetto di anzianità portando a 75 anni l’età giusta per poter definire una persona “anziana” e introducendo il concetto di quarta età, intesa come fase caratterizzata da decadimento fisico e bisogno di aiuto.

Viene allora da chiedersi se, dato che l’invecchiamento è imprescindibile dalla vita stessa, sia da considerarsi più come una fase naturale (e auspicabile!) della vita o se sia esso stesso una malattia. Di certo, proprio a causa della perdita di alcune funzioni cognitive e corporee, in questa fase si registra il maggior numero di patologie età-correlate (in cui l’età rappresenta, cioè, uno dei principali fattori di rischio), tuttavia è sempre opportuno distinguere tra un invecchiamento fisiologico (e possibile!) e uno patologico.

L’invecchiamento fisiologico

Per invecchiamento fisiologico si intende quell’invecchiamento che, pur preservando uno stato di buona salute fisica e mentale in grado di garantire la piena autonomia della persona e il suo benessere emotivo e relazionale, presenta delle caratteristiche che vanno intese come esito di cambiamenti determinati dal normale processo di invecchiamento.

Nello specifico, la persona può subire delle alterazioni a carico della funzionalità cerebrale che si traducono in:

Rallentamento dell'elaborazione cognitiva e della produzione di risposte

La persona anziana è più lenta negli scambi botta-risposta e nel prendere decisioni, soprattutto se posta di fronte a situazioni inedite.

Resistenza al cambiamento

La persona anziana predilige il ricorso a strategie di risoluzione del problema più consolidate, rispetto a proposte innovative o “soluzioni creative” e può impiegare più tempo nell’apprendimento di nuove informazioni (es. imparare a utilizzare un nuovo elettrodomestico).

Difficoltà di concentrazione e nell’esecuzione di più compiti contemporaneamente

L’anziano tende a distrarsi più facilmente in quanto fa più fatica a inibire stimoli disturbanti, inoltre, non sempre riesce a eseguire più compiti contemporaneamente (il famoso multitasking).

Riduzione della capacità linguistica in produzione

Pur comprendendo il messaggio in entrata (a meno di deficit uditivi che possano costituire un ostacolo), la persona anziana può fare più fatica nel ripescare le parole giuste e i nomi e per questo ricorre a parafrasie o circonlocuzioni; altrettanto frequente il fenomeno “ce l’ho sulla punta della lingua”, che rallenta il ritmo tipico della conversazione.

La presenza di simili difficoltà, pur determinando un rallentamento nelle risposte e nelle reazioni e richiedendo una maggiore pazienza agli interlocutori, non è tale da inficiare la capacità cognitive della persona, che rimane autonoma e perfettamente in grado di provvedere a sé stessa (e talvolta anche ad altri!). Nell’invecchiamento fisiologico, inoltre, umore e personalità rimangono tendenzialmente invariati.

Sfortunatamente, non si può affermare lo stesso per quanto riguarda l’invecchiamento patologico.

Invecchiamento patologico

In questo caso si fa riferimento alla presenza di malattie o condizioni (come l’Alzheimer o altre forme di demenza) che compromettono significativamente la salute e il funzionamento dell’individuo, dal punto di vista fisico e/o cognitivo, rendendo necessaria l’assistenza.

Invecchiamenti patologici sono quelli in cui si manifestano:

Malattie croniche

Ad esempio: diabete, malattie cardiovascolari, artrite, osteoporosi

Disturbi neurodegenerativi

Come malattia di Alzheimer e altre forme di demenza (primarie e secondarie).

Problemi di mobilità

Sono un segnale d’allarme ripetute fratture ossee e cadute frequenti.

Depressione e ansia

Si tratta di condizioni di salute mentale che possono peggiorare con l’età.

In tutti questi casi, diventa essenziale una presa in carico della persona con un’assistenza continua e spesso multidisciplinare. La persona anziana che affronta un invecchiamento patologico, infatti, è spesso una persona fragile con diverse patologie in comorbidità tra loro, che necessita non solo dell’intervento congiunto di più specialisti, ma anche di una nuova riorganizzazione del sistema familiare che le ruota attorno.

Come evitare l’invecchiamento patologico

I fattori che contribuiscono a determinare un tipo di invecchiamento piuttosto che un altro sono molteplici e non tutti modificabili, tuttavia, adottare alcune “semplici ma buone” abitudini (alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, sonno adeguato, relazioni sociali e impegnarsi in attività stimolanti) può, se non scongiurare, quantomeno rimandare l’insorgenza di un invecchiamento patologico; al tempo stesso, è importante riconoscere e trattare tempestivamente le condizioni patologiche per mitigare i loro effetti negativi e migliorare la qualità della vita dell’anziano/a.

Se hai ancora dubbi, vuoi saperne di più o senti il bisogno di parlarne, chiedi una consulenza all’Associazione de Banfield. Saremo felici di aiutarti.

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